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La mobilità personale è stata una preziosa conquista dell'umanità, ma il ricorso esasperato all'automobile individuale l'ha trasformata in una calamità: ha distrutto l'ambiente urbano, è costato più vite umane di una guerra mondiale, ha sprecato enormi quantità di energie non rinnovabili e ha contribuito massicciamente all'inquinamento atmosferico. Non solo, ma all'interno delle città ha persino fatto registrare una velocità di movimento inferiore a quella di cento anni fa. È possibile un diverso e più efficace modello di mobilità, si chiede Ward in questa riflessione a tutto campo su un totem della modernità? Non solo è possibile, ma è anche inevitabile, risponde l'autore, che suggerisce alcune valide alternative - individuali e collettive - a difesa della libertà di muoversi, nella speranza che dopo l'era del feticismo automobilistico di massa si possa aprire un'era felicemente post-automobilistica. Prefazione di Franco La Cecla, postfazione di Giuseppe Onufrio.